" Si è tifosi della propria squadra perchè si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere. E' un segno, un segno che ognuno riceve una volta per sempre, una sorta di investitura che ti accompagna per tutta la vita, un simbolo forte che si radica dentro di te, insieme alla tua innocenza, tra fantasia, sogno e gioco."

venerdì 3 gennaio 2025

A mio fratello Arcangelo...


 di Roberto 48

Il 2024 si chiude all’insegna della tristezza. Per me duplice. Alla situazione patologica che avvolge tutto il mondo della Sampdoria si aggiunge un lutto grave che mi ha colpito direttamente. Il 12 dicembre se n’è andato mio fratello Arcangelo. Voglio qui ricordarlo, al di là dello stretto rapporto che ci univa, per il fatto che era un grande tifoso blucerchiato. Ed aveva una caratteristica che lo univa molto a nostro padre e che voglio qui riportare perché siamo a distanza di sicurezza e non mi permetterei mai di mettere in piazza un fatto che potrebbe essere motivo di critica nel momento in cui non può avere possibilità di replica. Mio fratello oltre che doriano DOC era un anti genoano viscerale. Io glielo dicevo sempre: ma perché stai a perdere tempo dietro i loro blog? Ma no, a lui piaceva sfrucugliare sempre da quelle parti e poi mi riferiva le cavolate che leggeva e ci si divertiva sempre. Come nostro padre che, essendo parrucchiere, aveva il lunedì libero e al pomeriggio andava quasi sempre, specie se il Genoa perdeva (appunto, quasi sempre…) in piazza De Ferrari, alla rametta, dove i vecchi bibini piangevano lacrime amare. Lui stava al gioco ma un giorno lo hanno scoperto come infiltrato e da allora non è più andato. Era così “anti” che mi faceva quasi arrabbiare per le assurdità che diceva ma per lui erano una specie di lenitivo. Ad esempio se il Genoa perdeva 3-0 a dieci minuti dal termine mi diceva: “No, il Genoa è forte e pareggerà e all’ultimo minuto vincerà”. Soffriva oltre ogni logica perché per lui il Genoa doveva solo perdere.

Ma dicevo di mio fratello, che è stato il più grande lettore che io abbia mai conosciuto: storia, filosofia, romanzi. Un autentico onnivoro, ma è solo un accenno che qui non interessa. Prima che ci lasciasse gli ho scritto una lunghissima lettera che non ha letto ma è servita a me come una sorta di valvola di scarico. Voglio qui riportare gli aspetti che riguardano la Samp.


Ho la testa piena di pensieri e forse qualcosa dimenticherò. Ah ecco, il calcio. Questo è un capitolo che data dagli anni Cinquanta.

Il tempo in cui andavamo alla stadio e ci facevamo accompagnare da qualche adulto, come “zio” improvvisato. “Ci fa entrare?” E quello ci prendeva per mano. Fu così che scoprimmo la magia di Marassi e i primi grandi calciatori in maglia blucerchiata: Bardelli, Rosin, Vincenzi, Bernasconi, Bergamaschi, Vicini, Ocwirk, Mora, Cucchiaroni, Brighenti, Skoglund. Che tempi! Erano quelli della trasmissione radiofonica “A Lanterna!” con il famoso allestimento di Vito Elio Petrucci con Giuseppe Marzari e la rubrica calcistica con il duo marito e moglie Charlie e Texo. Andrea Salvo e Jole Gardini. La più bella battuta fu questa:

Charlie: “Il Genoa è in ripresa!” e Texo. “Ma o l'è o primmo tempo cu va sempre ma!” Micidiale! Però scrivere in genovese è duro.

Come era bella la domenica quando, dopo la partita, si tornava in Società per il confronto con i genoani: Angelino, Bisio, Ninni.

Confesso che ho, anzi abbiamo, vissuto. Proprio così. Sono stati tempi meravigliosi di cui solo ora capiamo l’importanza proprio perché comparata con una realtà, quella attuale, così povera di contenuti da ricordare.

Ma se devo ricordare un episodio che mai dimenticherò è quando Gullit ha infilato la porta del Milan per il terzo gol vincente. Eravamo, al solito, nella Nord a metà e tu correvi come impazzito, avanti e indietro nel corridoio con le braccia alzate in un grido liberatorio. GOOOOL! GOOOOL! E non te ne sei mai andato, sei sempre lì, e lo sarai per sempre nella mia memoria.


C'è poi il ricordo di una giornata indimenticabile: era il 2 Aprile 1961, giorno di Pasqua, e a Marassi si giocava Sampdoria – Inter. Da tempo ci eravamo messi da parte i soldi per fare una stranezza...costosa, andare in Tribuna. E fu così ma avvenne sotto una pioggia torrenziale ed i nostri posti quasi al limitare della tettoia non è che fossero un riparo sicuro. Ma quell'episodio è rimasto indimenticabile con la Samp che superò i nerazzurri di Helenio Herrera per 4-2 con quattro gol di Brighenti. L'ultimo quasi dalla linea di fondo. Avevamo rispettivamente 15 tu e 13 anni io.


Poi, nel 1968, ci fu la prima grande lunga trasferta a Napoli. 3 aprile. Ricordi? Partimmo da Sampierdarena col treno speciale, a mezzanotte, e salutammo le nostre cugine Ada e Paola che stavano alla finestra di Via Buranello sventolando la bandiera blucerchiata. Tu e Pino dormiste sulle reti per le valigie, in alto. E all’arrivo la mattina alle 8,30 telefonammo a papà che mancava dalla sua città fin dall’età di 10 anni. Fu una grande emozione. Ricordi lo stadio colmo ma solo di uomini i quali guardavano Graziella ( tra i fondatori del Samp Club Rivarolo e della Federclubs, n.d.a.) come fosse un oggetto da museo? Segnò il Corvo nel primo tempo con il solito Battara che prendeva anche le mosche ma nulla poté fare con la solita magia di Omar Sivori. Ma fu un ottimo pareggio per noi.


E poi rammento ancora il 6 giugno 1982, partita col Rimini finita 0-0 ma con la matematica promozione in serie A. Allo stadio ci fu tutta la nostra famiglia con la mamma che venne a Marassi per la prima volta. Che festa! Io la vissi in modo particolarmente intenso perché sentivo tutto il nostro calore immerso nel giubilo generale. Tutti noi, tutti insieme: mogli, fidanzate, figli, genitori. Serie A! Serie A! Quanta gioia ci pervadeva. E ora, caro Arcangelo, siamo proprio ridotti male. Ma vedi la tua dipartita mi ha fatto capire maggiormente il vero senso della vita che, se è solo immanenza, allora che mi possono importare avvenimenti che non portano a risultati immediati? Restando nel campo doriano cosa mi può recare il pensiero che la Samp possa tornare, ma sì, diciamo grande o quasi, tra dieci anni? A Genova diciamo “Sempre ghe semmo”. Ma io ci sarò? O viceversa guarderò il mondo da una mia vecchia foto? Credo che basti per potermi sentire più leggero e tranquillo nel futuro che verrà.

Addio mio caro fratello.





15 commenti:

Osch ha detto...

Mi dispiace moltissimo, caro Roberto. Spero che la nostra Samp ti possa dare nel futuro prossimo in pochino di distrazione in modo positivo per questa mancanza enorme

El Cabezon ha detto...

Un abbraccio Roberto...

Riccardo ha detto...

Un grande abbraccio Roberto, purtroppo la perdita di un familiare caro è uno dei bocconi più amari che la vita riserva a ognuno di noi, ma quello che ci resta sono i bellissimi ricordi di cui tu ci hai fornito un bellissimo assaggio. Ricordo anch’io il 3-2 di Gullit, quella partita per me è stata forse la più bella partita della Sampdoria che abbia mai visto, ed è la Sampdoria che vorrei sempre vedere, grintosa forte e soprattutto impavida. Al 3-2 è venuto giù lo stadio, e ricordo la gioia e anche l’improvviso spavento per mio nonno che dall’emozione stava avendo un principio di infarto, poi fortunatamente rientrato. Ricordo tutto lo stadio che cantava ai milanisti ‘siete venuti fin qui per vedere segnare Gullit’. Grazie ancora Roberto per il tuo articolo e un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Caro Roberto ti abbraccio con il cuore in questo momento difficile. Luigi.

robmerl ha detto...

il tuo addio struggente dimostra che il calcio può cementare l'amicizia e l'amore - ma quando diventa solo business uccide i sentimenti: dolore al quadrato!

Anonimo ha detto...

Ringrazio sentitamente Osch, Riccardo, Luigi, Robmerl e in particolare El Cabezon che, oltre al testo, ha postato una foto veramente suggestiva. Grazie per la tua sensibilità.
Vorrei aggiungere che è bello "stare" su questo blog che non sarà frequentatissimo ma è di una qualità superiore a differenza di molti siti dove prevale la cialtroneria. Parafrasando Renzo Arbore: "Meno siamo meglio stiamo".
Roberto 48

robmerl ha detto...

siamo pochi ma buoni perché (e perciò) cialtroni e attabrighe se ne stanno alla larga

Semarco ha detto...

Sei un grande scrittore Roberto 48, mi fai emozionare, mi dispiace molto per la tua perdita

Anonimo ha detto...

Mi piace mettervi al corrente dell'attuale mondo Samp quindi vi racconto questo, stamane incontro un procuratore di mia conoscenza e tra una chiacchera e l'altra si finisce per parlare di calcio in modo marginale e pongo questa domanda a chi è dentro a questo carrozzone ed è questa: è una mia impressione che nella galassia blucerchiata si agisca come nell'epoca del romano del vorrei ma non posso o sto prendendo un'abbaglio? Risposta : in effetti si è creata molta confusione in società da Raddrizzani a Manfredi a fondi di cui nessuno ad oggi è a conoscenza e questo status quo che perdura ormai da tempo dove non c'è una vera struttura societaria fa si che in situazioni difficili nessuno sappia realmente come sia meglio procedere e le voci su nuovi investitori che l'attuale proprietà rinnega ( un film già visto) aiuta ancor meno ad agire correttamente. Luigi.

Anonimo ha detto...

Grazie Semarco per tutto
Roberto

Anonimo ha detto...

Manfredi sembra un personaggio alla Sordi (tipo "il vedovo" o "il marito" appena visto su La7) di quelli perennemente in contatto con procuratori, industriali e monsignori ma che alla fine resta sempre a mani vuote
Speriamo di no ma pare una di quelle situazioni che d"improvviso si sfaldano lasciando il nulla sul tappeto
Roberto 48

Osch ha detto...

Grazie Luigi, ci dai la conferma di che un po‘ tutti abbiamo l‘ impressione.
Bel paragone con Sordi, Roberto. Hehehe

Riccardo ha detto...

Purtroppo penso si stia avverando quello che tutti noi non avremmo voluto si avverasse. Per quanto riguarda il calcio mercato, spiccano alcune questioni:
1. Esodati: ok dar via gli esuberi, ma è quantomeno curioso che tra questi non vi sia manco un titolare fisso di questo girone di andata, (tipo Belletto e Benedetti) ergo sono ritenuti dalla società tutti idonei?
2. Rinforzi: nell'ultimo mese c'è stato detto che la disponibilità economica c'era, addirittura si parlava di 100 ML, (vorrei capire chi ha dato queste informazioni e su che base), ma dai nomi che sono emersi stridono un pò con questa notizia, ovviamente tutti scarti degli scarti, la maggior parte ultra trentenni, ma soprattutto mi sarei aspettato che già 2-3 giocatori arrivassero questa settimana, ma invece temo dovremmo aspettare l'ultimo giorno del calcio mercato. (ERGO mi sembra che i paletti stiano diventando sempre più una scusa).
Società: il primo acquisto che mi sarei aspettato è un direttore generale con pieni poteri (alla Marotta per intenderci), uno possibilmente già con esperienza per porre rimedio al primo dei problemi (quello che descriveva Luigi), invece anche qui tutto tace. In generale, come avete detto voi, l'attuale proprietà sta diventando un pò troppo assente, che si sia già stancata del "giocattolo"?

robmerl ha detto...

vendono tutti quelli che costano troppo e/o hanno mercato, a costo di tenere le rumente tipo bellemo o peggio, neanche troppo x assurdo, la gumina. Secondo me Manfredi ha capito che i veri investitori non arrivano perché mancano i risultati e che dovrà farsi almeno un altro in stand-by con i conti in attivo sperando in un improbabile miglioramento delle performance sportive. é quello in inglese si chiama "catch-22". Quelli presi in ostaggio siamo noi tifosi.

Modernist359 ha detto...

Leggo soltanto ora la triste notizia che ti ha colpito, caro Roberto, ti abbraccio forte forte e perdona il mio ritardo.