Con grande piacere ricevo e pubblico dal nostro amico Roberto questo articolo nel quale, prendendo spunto dal recente approdo di Coda alla SAMPDORIA, viene affrontato, con la consueta sagacia e originalità il tema delle bandiere nel calcio e, in particolare, il passaggio nelle varie epoche dei calciatori da una sponda all'altra del Bisagno...
Ho pensato se accogliere o meno l'invito del gestore di questo Blog a scrivere qualche pezzo, ma subito ho valutato il fatto che, secondo i miei criteri, non sarò utile alla causa, poichè i contenuti non sono strettamente tecnici e quindi possono risultare di scarso interesse. Ma poi mi sono detto, va bene, sarà come il passato e tutt'al più per i lettori, per chi vuole, beninteso, potrà risultare come una parentesi amena e leggera, in questo caso, nel mezzo delle trattative, come diceva il buon Enzo Tortora.
Devo confessare che non conosco le qualità dei vari giocatori che militano nella serie cadetta e quindi mi devo fidare dei giudizi degli addetti ai lavori, i quali, se esaltano le doti di questo o di quello, allora me ne compiaccio tanto più se gli stessi fanno parte della compagine blucerchiata. Come ad esempio Coda che dovrebbe essere colui che ci toglierà le castagne dal fuoco in un reparto che, dall'addio di Quagliarella, è risultato sempre così amorfo e sterile. Se poi potrà far coppia con tal Tutino ( è cognome da Samp a cui manca però un'altra T come fu per Paolo Tuttino, biondo mediano con i piedi a banana ma una forza e un carattere veramente notevoli ) allora parrebbe che ogni problema riguardo la prolificità dell'attacco dovrebbe essere cosa superata. Un buon viatico per il ritorno in serie A che potrà avvenire soltanto se ci sarà un numero abbastanza elevato nella colonnina dei gol segnati. E, ca va sans dire, inversamente proporzionale in quella dei gol subiti, piaga dello scorso campionato. E comunque mi sembra di poter dire che Pietro Accardi, nel ritorno dal campo alla...scrivania, si stia muovendo molto bene.
Con le dovute proporzioni pare di assaporare un poco di quell'aria che si respirava ai tempi dei carismatici Nassi, Borea e Marotta. Senza per il momento esagerare, naturalmente.
Ma tornando a Coda e alla...coda di commenti al veleno che ha portato la sua assunzione, ovviamente dalla parte dei tifosi della squadra cittadina che al momento milita nella massima serie ( ma la vita, lo sappiamo, è una sinusoide e bisogna sempre aspettarsi le...discese anche rapportandosi alla famosa teoria nicciana dell'Eterno Ritorno, nel loro caso dove hanno spesso militato ) mi sono ricordato di un articolo letto recentemente su Robinson, l'inserto domenicale di Repubblica, che ha attirato la mia attenzione già dal titolo: " Tutta colpa di Scanziani"e poi per la firma dell'autore, uno degli altri, il Luca Bizzarri. IN realtà questo è stato un pretesto, partendo dai giocatori che hanno cambiato casacca tra squadre della stessa città, per parlare dei voltagabbana nel mondo in genere, ma in particolare in quello della politica. Ma a noi interessa l'aspetto calcistico.
Scanziani, lo sappiamo, "giocava nella Sampdoria, ne era il capitano, e passò al Genoa. Nella mia testa di ragazzino fu incredibile pensare che uno che era stato da una parte potesse andare da quell'altra. Quindi, forse, è colpa di Scanziani. Che era così una brava persona, e anche un bravo giocatore. Però in quegli anni lì c'erano anche le bandiere..."Eccetera. (Ipse dixit).
Su Alessandro Scanziani nulla di più da aggiungere, concordo pienamente. Un pò meno, chissà perchè, per Giorgio Garbarini. Ma questa è una mia fissazione non tanto per il tempo in cui stava sul campo di gioco quanto per il dopo specie sui media e in particolare televisioni private. Ad ogni modo la lista dei migranti tra le sponde del Bisagno è abbastanza lunga: Baldini, Carparelli, Antonini, Borriello, Gasbarroni, Ivano Bonetti, Montella, Ranocchia, Bertolacci, Rincon, Zanini, Tosto, Saponara, oltre ai già citati Scanziani e Garbarini. Come si vede i Totti e Del Piero, e tornando al passato, Rivera e Mazzola, sono figure di un'epoca che ormai è, purtroppo, definitivamente scomparsa.
Ed è inutile affermare il contrario perchè, in effetti, in quel tempo il calcio aveva molto più presa sui tifosi, e non solo, portava le stimmate di un senso della vita più regolare, priva di tutte quelle "amenità" tecnologiche che il consumismo ha imposto.
Quando le partite cominciavano alle ore 15.00 ( d'inverno alle 14.00 ), quando c'era il vero " Tutto il calcio minuto per minuto", quando c'erano Guglielmo Moretti, Nicolò Carosio, Piero Pasini, Enrico Ameri, Nico Sapio, Roberto Bortoluzzi, Alfredo Provenzali, Sandro Ciotti, Beppe Viola, Ezio Luzzi, Tonino Carino, Marcello Giannini, Luigi Necco. Quando il calcio era racconto epico e poesia ( A proposito che noia quello degli ultimi europei con il gioco sistematico a centrocampo e pochissimi tiri in porta ).
Quando si tornava dallo stadio per vedere in tv un tempo b/n della più importante partita della giornata. Quando c'erano i tabelloni con i risultati fuori dai bar. Quando si andava alla partita non prima di aver sentito alla radio il " Gazzettino della Liguria " con " O sciò rattella" Giuseppe Marzari e soprattutto Andrea Salvo e Jole Gardini, Charlie e Texo, marito e moglie che se ne dicevano di tutti i colori. Lui genoano ( ma si diceva che fosse doriano..) e lei sampdoriana. Ricordo ancora uno dei loro sketch più belli, Charlie che dice trionfante " Il Genoa è in ripresa!" e Texo al cianuro " Ma o l'è o primo tempo che o và sempre mà"- Come direbbe Govi: " Che tempi!"
E per finire, nel citare ancora l'articolo d'apertura, il Bizzarri dice:" Da che parte ci schieriamo? Tanto è uguale non c'è più la squadra e le parti sono tutte buone, basta baciare ogni giorno una maglia diversa ( come è vero! N.d.r. ).
E tutto questo...per colpa di Scanziani. Che ci salvò pure dalla C, peraltro."
Ecco questo non doveva farlo!!
Roberto 48