" Si è tifosi della propria squadra perchè si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere. E' un segno, un segno che ognuno riceve una volta per sempre, una sorta di investitura che ti accompagna per tutta la vita, un simbolo forte che si radica dentro di te, insieme alla tua innocenza, tra fantasia, sogno e gioco."

sabato 19 ottobre 2024

Mi ricordo, si mi ricordo...


 di Roberto 48

Qual è l’aspetto assai triste e malinconico che bene si attaglia alla Sampdoria di questi ultimi tempi? Lo racchiuderò in un termine e vedrete che nel gioco ci starà pure un paradosso.

Non si tratta tanto dei risultati in serie, spesso negativi, delle quattro sconfitte iniziali a Marassi nello scorso campionato, e nelle due di quello attuale che pure rappresentano prestazioni disastrose.

Non si tratta della consapevolezza che questa squadra non ha una precisa collocazione, che non riesce a seguire un corso positivo, una striscia di risultati, come si dice.

Non si tratta dello stare, da parte dei tifosi, in una situazione ibrida, senza una minima certezza, o per lo meno il pensiero che finalmente si possa intraprendere un tragitto concreto tale da avere come sbocco almeno la possibilità di crearsi i presupposti per la risalita in serie A. E’ tutto vero. Però…

A mio parere, come ho preannunciato, sotto la foto della Samp attuale sta una didascalia con un termine: INVISIBILITA’. Ed è un attributo negativo che fa molto male. Che allontana l’ “essere” Sampdoria dal terreno in cui maggiormente dovrebbe esprimersi. Che azzera tutto ciò che l’ha resa famosa e portata all’apice del successo. Sembra che tutto il mondo del calcio nello spiegarsi sui terreni di gioco della massima serie, e anche quando si manifesta in maglia azzurra, abbia completamente dimenticato una squadra, una società che pure hanno fatto la Storia, e che ha lungamente abitato le menti degli sportivi italiani.

Oggi la Samp non è considerata. Dicevo del paradosso. Ai tempi di ferrero se ne parlava spesso se pur in termini ironici in relazione al personaggio che pur ne propalava l’immagine. Ma se ne parlava e comunque le beffe erano dirette a lui. Ma se ne parlava. Addirittura sul palcoscenico di Sanremo.

Oggi la Samp è morta. C’è un solo personaggio mediatico che la tratta come se nulla fosse cambiato. E’ il solito Fabio Fazio, tifoso immarcescibile che domenica si è “esibito” in un simpatico siparietto con Pep Guardiola ospite della trasmissione “Che tempo che fa”. Già dopo la presentazione dell’allenatore del Manchester City si è udita una voce dalla sala che ha scandito la parola SAMP diretta al conduttore il quale ha ribadito “è un pensiero fisso, ma ne parlerò dopo”. E il dopo è venuto quando Fazio gli ha ricordato di una certa finale e lui ha fatto finta di non sapere provocandolo, riguardo alla squadra della città, mormorando il nome Genoa. Ma poi gli ha chiesto se non si è pentito di come è andata quella partita con la Samp penalizzata, ma Pep ha fatto il sornione, dicendo che no, non si è pentito. Poi quando è finita l’intervista, appena congedatosi, lo ha raggiunto e tra lo stupore degli astanti, e credo di tutti i telespettatori, gli ha fatto mettere in testa un berretto di lana blucerchiato. E’ stata una scena unica e bellissima. Orgoglio blucerchiato.

A mio parere vale molto di più questa specie di amenità scherzosa, ma davanti a due milioni di persone, che tante parole programmatiche ma sempre uguali che lasciano, purtroppo, il tempo che trovano. Qualcuno tra questi spettatori avrà pensato: già la Samp. Mi ricordo, sì mi ricordo.

3 commenti:

Semarco ha detto...

Sono d'accordo ma bisogna stare attenti a non fare come i piccioni, ricordare il passato come unica consolazione, la nostra situazione è vero, è diversa, i ricordi dei successi sono ovviamente molto più vividi ma dobbiamo anche pensare che chi oggi ha già trent'anni non ha visto niente di tutto ciò, figuriamoci i più giovani, noi siamo una società giovane e dobbiamo guardare al presente e al futuro, altrimenti è finita

Roberto 48 ha detto...

E' proprio perché non voglio adagiarmi sui trionfi del passato che vorrei una situazione diversa da questa che ormai ci vede come "Invisibili"

Riccardo ha detto...

Purtroppo siamo una delle tante “vittime “ di questo calcio moderno, che vedrà sempre di più giocarsi i premi le solite 8-10 squadre e le altre saranno una sorta di “comparse” stile wrestling. Basti pensare quando qualche squadra “nuova “ riesce non a vincere ma a ritrovarsi tra le prime 4, una volta era la favola adesso si parla sempre di debacle delle solite grandi che non hanno atteso le aspettative.(e comunque l’anno seguente le si smembra a suon di milioni in modo tale non dare seguito a quanto costruito). Lato nostro speravo di diventare una nobile decaduta stile Torino, non certo questi, ma così è