" Si è tifosi della propria squadra perchè si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere. E' un segno, un segno che ognuno riceve una volta per sempre, una sorta di investitura che ti accompagna per tutta la vita, un simbolo forte che si radica dentro di te, insieme alla tua innocenza, tra fantasia, sogno e gioco."

martedì 20 maggio 2008

19 maggio 1991: per non dimenticare...

Ieri, 19 maggio, per noi tifosi blucerchiati non era una data come un'altra...perchè il 19 maggio del 1991 la SAMPDORIA conquistava il suo primo e unico ( fino ad ora ) scudetto della sua storia!
All' epoca ero solo un ragazzino e per quelli come me, cresciuti a pane, Vialli e Mancini, quel tricolore sembrò quasi come una cosa scontata, naturale...solo col passare del tempo mi sono invece reso conto che quello che costruirono quei giocatori e quella società ( in primis l'indimenticabile Presidente Paolo Mantovani ) fu qualcosa di incredibile, un vero e proprio miracolo calcistico: qui di seguito posterò un ricordo di quel giorno tratto dal forum blucerchiati.net, un racconto che trovo meraviglioso e che spero possa far capire anche a chi non tifa SAMPDORIA le emozioni e le gioie di quella domenica di 17 anni fa...

Genova, 19 maggio 1991, ore 17,47 minuti e 50 secondi.
Stadio Luigi Ferraris: i 40.000 presenti iniziano a scandire: DIECI, NOVE, OTTO, SETTE, SEI, CINQUE, QUATTRO, TRE, DUE, UNO...dopo qualche secondo l'arbitro fischia tre volte prendendo il pallone in mano.
La SAMPDORIA è campione d'Italia per la prima volta nella sua storia. Lo stadio intero esplode in un immane interminabile boato, in un tripudio di bandiere, vessilli, coriandoli,strisce di carta blucerchiata e batterie di fumogeni tricolori.
Dall'ingresso del campo esce Roberto Mancini ( quel giorno squalificato ) con uno scudetto tricolore alzato verso il cielo. Non riesce a compiere una decina di passi che subito viene attorniato dai suoi compagni di Squadra e d' Avventura, NeoCampioni d'Italia.
Sugli spalti il delirio è totale, quasi al limite dell'estremo. C'erano persone di ogni età ed estrazione sociale quel giorno, tutti insieme,bambini, giovani, persone di mezza età ed anziani. Quasi tutti con le lacrime agli occhi per la gioia e per lo stupore di vivere in quell'istante un avvenimento reale fino ad allora creduto impossibile.
Ricordo le parole di un vecchietto dietro di me già sull'ottantina, il quale con gli occhi umidi di pianto mi disse:" ora posso pure morire in pace",altri, sempre con qualche primavera alle spalle che dicevano:" sono cinquant'anni che aspetto questo momento".Io ero come sempre al mio posto,lo stesso che occupo tutt'ora, in Gradinata Sud.
A fianco a me i miei Amici di sempre, impazziti come non li avevo mai visti, ebbri di gioia,in un abbraccio collettivo che non voleva saperne di finire.In mezzo a quel muro umano totalmente in orgasmo alzavo un'asta che sorreggeva uno striscione confezionato la notte precedente.
Quella notte pochi hanno chiuso occhio, ognuno con la propria favola blucerchiata davanti agli occhi, con la propria storia vissuta al fianco della Compagna di sempre, quella dalla quale non sarà mai possibile divorziare, quella che dopo la mamma e i figli rappresenta il legame più forte, tanto forte da poterlo considerare parte integrante nel proprio corredo genetico. Ognuno aveva un proprio programma personale: una bandiera, un Tricolore, uno striscione, un vestito blucerchiato: ogni cosa poteva essere buona per celebrare quella forse irripetibile occasione.
Genova quella notte era ben consapevole che il sole che di lì a poco sarebbe sorto non sarebbe stato il solito di tutti i giorni.Tutti sapevano che quel sole sarebbe stato rosso, bianco, verde...Genova sapeva che da lì a poco avrebbe finalmente visto uno Scudetto VERO,Visto,Vissuto,Vinto.
La mattina dopo l'aria era frizzante e la giornata tersa,bellissima, chiara come un'eterno mezzogiorno: il cielo azzurrissimo si confondeva sulla tavola blu del mare di Boccadasse quel giorno più calmo e pulito del solito.Già dalle prime ore la città era imbandierata a festa. In ogni angolo, in ogni facciata di ogni palazzo sventolava una bandiera blucerchiata.Le bancarelle iniziarono la loro giornata già alle prime luci con le nuove bandiere stampate con quel tanto strano ed atipico Tricolore sopra il blucerchiato, un effetto strano, quasi una bestemmia, invece tutti sapevamo che era così tremendamente e meravigliosamente vero.
Tutto era pronto per il giorno dei giorni. L'appuntamento con la Storia finalmente era arrivato quel giorno, 19 maggio 1991, 44 anni, 9 mesi e 18 giorni da quel 1 agosto 1946, il giorno nel quale nacque la PIU' BELLA MAGLIA DEL MONDO con i colori dell'arcobaleno, così atipica quanto unica, inimitabile, irrinunciabile. Quel giorno la Sampierdarenese calcio e l'Andrea Doria si fondevano dando origine ad una nuova società dallo strano nome "Doria-Samp", poi tramutato definitivamente per errore in fase di compilazione del calendario in U.C. Samp-Doria, la nostra SAMPDORIA, un nome talmente bello da farmi incespicare nel pronunciarlo.
Ricordi, emozioni,spaccati di vita che ti passano davanti agli occhi.Questa è stata la sensazione che ho provato negli ultimi istanti di SAMPDORIA - Lecce, prima di scoppiare a piangere a dirotto insieme ai 40.000 fratelli che avevo attorno a me. In vita mia ricordo pochissime gioie di quella portata, talmente forti che ti senti svenire, talmente grandi da farti sentire un Re, un eletto , un beato. Vincere lo Scudetto: un' emozione troppo Grande e troppo diversa da tutte le altre. Solo chi ha vissuto questa esperienza ( e non è Juventino, Milanista o Interista, emotivamente un loro scudetto equivale a 1/50 del nostro ) può capire che cosa si prova in quegli istanti.E' come quando desideri un amore impossibile, quello che il tempo non cancellerà mai e poi ti rendi conto che ce l'hai fatta! L'hai conquistata, è tua!
La SAMPDORIA Campione è stato tutto questo, per chi come me ha vissuto quella magica stagione in apnea, tutta di un fiato fino al trionfo iniziato a materializzarsi già il 5 maggio a S.Siro contro l'Inter, proseguito il 12 contro il Torino al Delle Alpi fino all'esplosione di gioia del 19 maggio!Un Campionato, quello del 1990/91 dove il Sampdoriano ha visto crescere giornata dopo giornata il sogno, fino a capire che quello era l'anno buono.
Sono passati tanti anni, da allora c'è un pò di pancetta e qualche capello bianco, ma l'emozione che si prova oggi a quel ricordo è identica a quella di quel giorno.
Fra altri 17 anni sarà ancora tutto cambiato, Samp compresa ( sperando in meglio, naturalmente ), ma quei ragazzi eccezionali, quell' entusiasmo, il Nostro Presidente resteranno sempre immutati davanti ai nostri occhi, noi che le tre "V"le abbiamo toccate con mano, in un caldo pomeriggio di un ormai lontano 19 maggio 1991...VISTO VISSUTO VINTO...
GRAZIE CAMPIONI!!!

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