" Si è tifosi della propria squadra perchè si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere. E' un segno, un segno che ognuno riceve una volta per sempre, una sorta di investitura che ti accompagna per tutta la vita, un simbolo forte che si radica dentro di te, insieme alla tua innocenza, tra fantasia, sogno e gioco."

martedì 10 novembre 2015

L'epilogo previsto...


Credo che nei siti di scommesse sportive a inizio stagione si possa scommettere su quale sarà il primo allenatore ad essere esonerato e, a naso, presumo che la quota relativa a Walter Zenga non fosse tra le più alte, anzi...
Non era difficile immaginare che l'avventura dell' Uomo Ragno sulla panchina blucerchiata sarebbe stata tutt'altro che agevole, a prescindere dal valore dell'organico che la società avrebbe allestito e così il divorzio sancito oggi può in parte sorprendere per la tempistica e per la posizione in classifica della squadra ( decima, a soli cinque punti dal terz'ultimo posto ma anche a sei dal quinto...) ma fino a un certo punto...
Una forte, fortissima diffidenza iniziale per il curriculum di Zenga sulla quale ha inevitabilmente pesato come un macigno la debacle europea: il buon avvio di campionato ha illuso che la disfatta col Vojvodina potesse essere stato un incidente di percorso, un insieme di circostanze sfortunate e sfavorevoli ma col passare delle settimane la sensazione era che la Samp non migliorasse mai, non avesse un'idea di gioco...
Poco, troppo poco portare a sostegno di Zenga le goleade con le ultime della classe, l'ottima ora di gioco fatta contro l'Inter e l'Eder capocannoniere perchè di contro c'è da evidenziare il pessimo rendimento esterno ( due miseri punti conquistati ), la fragilità difensiva ( porta immacolata solo contro il Bologna ) e, come già scritto, l'impressione di una squadra slegata, senza una precisa identità tattica e, nelle ultime due partite, anche una pericolosa e preoccupante flessione atletica...
Un esonero quindi tutt'altro che ingiustificato sul quale non è da escludere abbia influito anche l'umore della piazza, coach Z era addirittura fischiato quando veniva pronunciato il suo nome dallo speaker allo stadio, una cosa fastidiosa e probabilmente mai vista nel mondo blucerchiato ma evidente spia del malessere che covava ormai da mesi nell'ambiente...
Sebbene ne abbia sempre criticato il suo approdo non sono contento per questo epilogo fin troppo scontato e previsto, Zenga ha dato certamente il 100%, ci ha messo il cuore e le belle parole che ha sempre speso per la SAMPDORIA sono sincere e meritano rispetto, purtroppo però tutto ciò spesso non basta...

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