sabato 24 maggio 2014
Sfangata anche stavolta, ma urge cambiare...
Missione compiuta!
Si potrebbe riassumere semplicemente così il campionato 2013/14 della SAMPDORIA.
Una tranquilla salvezza era stato l'obiettivo fissato alla vigilia dalla società e tranquilla salvezza è stata, talmente tranquilla che l'ultimo mese e mezzo, se si esclude la "corrida" nella gara interna contro l'Inter è stato discretamente noioso.
E quando un obiettivo viene centrato credo che una stagione debba essere archiviata in maniera assolutamente positiva, sebbene il tortuoso cammino che è stato percorso durante l'anno per raggiungere la meta imponga più di una riflessione...
Innanzitutto in questi mesi ho visto crollare una mia convinzione: sono stato infatti sempre dell'idea che anche nel calcio la logica e il buonsenso la facessero da padrone aldilà dell'imponderabilità e dell'imprevedibilità che da sempre caratterizzano questo sport, E INVECE MI SBAGLIAVO!
Perchè logica e buonsenso avevano condotto all'automatica conferma di Delio Rossi sulla panchina blucerchiata e sempre la logica e il buonsenso portavano a ritenere che in una squadra dai valori tecnici modesti potessero essere proprio l'esperienza e le capacità del tecnico romagnolo a fare la differenza...
E invece, quello che doveva rappresentare il valore aggiunto si è incredibilmente rivelato come la zavorra che stava facendo affondare la nave doriana, un evento impensabile e inimmaginabile solo pochi mesi prima.
L'inevitabile esonero di Rossi appariva come la classica mossa "dovuta" ( visto che non si può cambiare un'intera squadra si manda via l'allenatore...) ma che a poco sarebbe servita se non si fosse intervenuti massicciamente nel mercato di gennaio per rinforzare un organico povero qualitativamente, che in campo mostrava tutti i suoi limiti ma che soprattutto dava la nefasta sensazione di essere spento, depresso e rassegnato al peggio: diciamola tutta, a novembre tre squadre più scarse della Samp non se ne vedevano...
E invece, a testimonianza di come il calcio sia un meraviglioso e folle mix di coincidenze, di episodi, di situazioni spesso impronosticabili è bastato assumere un allenatore dalla finora breve e altalenante carriera per invertire totalmente la rotta!
Mihajlovic si è trasformato in una sorta di Re Mida: in pochissime settimane è riuscito dare gioco, carattere, a rilanciare giocatori che sembravano ormai quasi persi per la causa blucerchiata, a ricompattare e a ricreare entusiasmo a un ambiente che in assenza di un vero e proprio leader tra i protagonisti in campo si è quindi legato a doppio filo alla figura del tecnico serbo facendosi trascinare dal carisma e dalla strabordante personalità dell'ex mister di Bologna, Catania e Fiorentina.
Un successone quindi, un autentico trionfo che anche qui però si ricollega a quanto scritto sopra, ossia di come nel calcio le cose possano prendere una piega ( nel caso di Mihajlovic assolutamente positiva ) imprevedibile, aldilà di ogni intuizione o ragionamento per quanto teoricamente validi...
Personale conclusione?
Per il secondo anno l'abbiamo sfangata, ma la sensazione è che abbiamo pescato il classico jolly dal mazzo, sarebbe bastata una...carta diversa per ritrovarci in guai seri...
Ed è per questo che mi aspetto fin da questo calcio mercato un cambiamento, un'inversione di tendenza: se si continuerà con la politica delle cessioni dei pezzi pregiati e degli investimenti pressochè nulli si rischierà di ritrovarsi in brutte acque, e non sempre dal mazzo si può pescare il jolly...
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